CDI e credito d’imposta per i tributi assolti all’estero
Interpretazione garantista della Cassazione e implicazioni sistemiche

Dottorando di ricerca
in diritto dell’Unione europea e Ordinamenti nazionali,
Università degli Studi di Ferrara
Sentenza della Corte di Cassazione n. 24205 del 9 settembre 2024.
La sentenza n. 24205/2024 della Corte di Cassazione, si inserisce nel dibattito sul riconoscimento del credito d’imposta per i tributi versati all’estero. La Suprema Corte ha sancito l’impossibilità in capo all’Agenzia delle Entrate d’eccepire il mancato adempimento dell’onere formale previsto dall’ articolo 165 comma 8 TUIR per negare il relativo credito d’imposta, prospettando, in tutte le fattispecie così delineate, la necessità di disapplicarlo. La soluzione adottata dalla Corte non risulta, tuttavia, esente da possibili frizioni sistemiche, inserendosi in un quadro normativo che non prevede l’istituto della disapplicazione per risolvere i conflitti tra norme interne e fonti pattizie, riservando la stessa alle antinomie insorte avverso norme di fonte euro unionale e dotate di effetti diretti.
- Introduzione: la dinamica applicativa del credito d’imposta
- Il ruolo e la ratio ispiratrice delle CDI
- L’applicazione “variabile” dell’art. 165, comma 8, TUIR in funzione della presenza di una CDI
- Il “ridisegnato” ruolo dell’art. 165, comma 8, all’interno dell’ordinamento domestico: un’analisi critica
- Considerazioni conclusive