La compatibilità del regime dei neo-residenti con la Convenzione italo-svizzera
In una risposta ad un interpello non pubblicato, l’Agenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti in merito alla compatibilità del regime dei cd. neo-residenti con la CDI CH-ITA
Master of Advanced Studies SUPSI in Tax Law
Avvocato, fiduciario commercialista,
Managing director di Alvarium Investment Managers (Suisse) SA, Lugano
In una risposta ad un interpello, l’Agenzia delle Entrate ha fornito importanti chiarimenti in merito alla possibilità per i soggetti cd. neo-residenti, ovvero coloro che hanno trasferito la residenza in Italia e si sono avvalsi dell’opzione di imporre i redditi di fonte estera con l’imposta sostitutiva pari a euro 100’000 (art. 24-bis TUIR), di essere considerati residenti in Italia ai fini della CDI CH-ITA. Infatti, quest’ultima contiene una clausola (art. 4, par. 5, lett. b) volta a limitare l’accesso ai benefici convenzionali ai soggetti che si avvalgono del regime svizzero di tassazione basato sul dispendio (cd. globalisti). Tale clausola si presta a una lettura a specchio che porta a colpire anche i neo-residenti italiani. L’Agenzia delle Entrate ha anche chiarito che se la Svizzera viene estromessa dall’ambito di applicazione dell’imposta sostitutiva, la CDI CH-ITA torna applicabile. Tuttavia, tale opzione presenta importanti conseguenze che devono essere attentamente valutate.
- Introduzione
- L’applicazione delle CDI ai neo-residenti
- La disposizione contro i globalisti
- Il neo-residente “modificato”
- Le conseguenze dell’esclusione della Svizzera dall’imposta sostitutiva
- La territorialità dei redditi di fonte svizzera
- IVAFE e IVIE
- Le imposte di donazione e successione
- Le comunicazioni relative al monitoraggio fiscale e all’anagrafe tributaria
- Conclusioni