L’errato “Codice domicilio” nell’ambito dell’assistenza amministrativa in materia fiscale tra Svizzera e Italia
In questi casi lo scambio di informazioni dovrebbe avvenire soltanto rispettando il principio di proporzionalità e il diritto di essere sentiti. La giurisprudenza è però di altro avviso

Professore SUPSI di diritto tributario
Responsabile del Centro competenze tributarie della SUPSI
Of counsel at COLLEGAL Studio legale e notarile Attorneys at law, Lugano

Avvocato, già procuratore pubblico,
socio dello Studio legale Bertoli Stauffer, Lugano,
Presidente del Consiglio di Amministrazione
del Casinò di Lugano SA
Con la modifica della disposizione sull’assistenza amministrativa in materia fiscale tra Svizzera e Italia, avvenuta il 13 luglio 2016, che consente alle Autorità fiscali competenti di scambiarsi le informazioni, anche bancarie, su domanda a partire dal 23 febbraio 2015, le richieste presentate dall’Italia sono aumentate, come del resto era lecito attendersi. Le domande raggruppate sono poi state in seguito formalizzate tramite un accordo amichevole del 2 marzo 2017. Una delle ultime domande, di tipo “collettivo”, presentate dall’Italia nei confronti della Svizzera considera il criterio del Codice domicilio in Italia, caratterizzato da una presunzione di residenza fiscale in tale Paese, delle persone oggetto della richiesta di assistenza amministrativa. In questo contributo si analizza criticamente la giurisprudenza del Tribunale federale, la quale acconsente a uno scambio di informazioni anche nel caso in cui vi siano dei sospetti fondati che il Codice domicilio fornito dall’Autorità dello Stato richiedente è errato. Questo modo di procedere è, però contrario al principio di proporzionalità e al diritto di essere sentiti.
- Introduzione
- I criteri di accertamento della residenza fiscale da parte dello Stato richiesto
- La domanda collettiva di assistenza amministrativa italiana
- Lo scopo della domanda collettiva non è la determinazione della residenza fiscale!
- Una richiesta contraria al principio di proporzionalità
- Un modello comportamentale che incastra nella sua “rete” anche persone non pertinenti
- Conclusione