Il Tax Control Framework oltre la cooperative compliance, quale strumento autonomo di gestione del rischio fiscale
Come la Legge delega per la riforma fiscale cambierà i rapporti tra Fisco e contribuenti

Avvocato,
Associate Studio Tributario Tognolo

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Il regime di adempimento collaborativo ha rappresentato un punto di svolta nei rapporti tra Fisco e contribuenti, superando la logica del controllo fiscale ex post, in favore della condivisione preventiva. In tale contesto, e sulla scorta di quanto affermato dall’OCSE, il Tax Control Framework (TCF) è stato pietra d’angolo e requisito formale per l’accesso al regime, che accorda ai soggetti aderenti una serie di benefici, anche in termini sanzionatori. Dall’esordio del TCF nell’ordinamento giuridico, sempre più imprese vi si sono avvicinate in modo “volontario”, mirando a gestire internamente la variabile fiscale in conformità alla normativa e a prescindere dall’accesso all’adempimento collaborativo. La Legge delega per la riforma fiscale ripensa il ruolo del TCF, estendendo i benefici sanzionatori anche ai soggetti che lo abbiano volontariamente adottato (in assenza dei requisiti dimensionali per l’adempimento collaborativo) e affidando il ruolo di “certificatori” ai professionisti.
- Introduzione
- La scommessa della riforma fiscale: gestire il rischio al di fuori del regime di adempimento collaborativo
- La gestione del rischio di compliance fiscale mediante il TCF
- Considerazioni sistematiche e prospettiche in merito agli effetti premiali previsti dall’art. 20 Legge delega
- Conclusioni: il TCF volontario come strumento autonomo di gestione del rischio fiscale