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Avvocato, PhD
Docente-ricercatrice del Centro competenze tributarie della SUPSI
Mentre la crisi sanitaria sembra finalmente volgere al termine, lo stesso non può dirsi dei dubbi relativi al trattamento fiscale del cd. telelavoro (o lavoro da remoto). Se fino ad ora, gli Stati hanno continuato ad applicare le regole contenute nelle convenzioni contro le doppie imposizioni trattando
la pandemia, come raccomandato dall’OCSE, alla stregua di una causa di forza maggiore, ci si chiede cosa accadrà quando, finalmente, si decreterà la fine dello stato emergenziale.
Molti Stati stanno implementando pacchetti dedicati a tele-lavoratori e ai cd. nomadi digitali, tramite e-residenza e visti ad hoc. Dubbi sorgono relativamente all’attualità della dicotomia Stato di residenza – Stato della fonte, come anche relativamente all’individuazione dell’assoggettamento alle imposte sul reddito da lavoro laddove il singolo svolge fisicamente la propria attività.